Premiazione Spiga d'Oro 2017 - Cinisello Balsamo
Le parole del nostro Regista Raffele Moschella
Buona Sera a Tutti,
sono Raffaele Moschella, vicepresidente e fondatore della C.d.B. che a maggio del prossimo anno festeggerà il suo 35° compleanno!!
Quando mi hanno detto che, in questa bella occasione, avrei avuto qualche minuto di tempo per fare o dire qualcosa non riuscivo a trovare nulla che mi piacesse per rendere, in questo poco tempo, tutti gli anni di storia della Compagnia del Borgo, la visione che ne è l’anima e per esprimere la grande gioia e gratitudine che proviamo per il riconoscimento che l’amministrazione Comunale ci ha oggi voluto conferire.
Inizio dunque ringraziando:
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Grazie a tutte le persone che, a vario titolo, hanno fatto e fanno parte della Compagnia del Borgo, che hanno partecipato e partecipano alle nostre attività e che, con la loro presenza e perseveranza, ne hanno costruito la storia permettendoci, oggi, di essere qui e di poter, anche grazie ai numerosi giovani presenti, traguardare un futuro ricco di progetti e di una storia che si rinnova.
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Grazie al pubblico sempre uguale e sempre nuovo che ci ha seguito e continua a seguirci. . . standoci accanto nelle nostre performance.
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Grazie alla passione dei tanti giovani che si stanno prodigando nell’insegnare ai più piccoli la recitazione e la danza.
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Grazie ai genitori dei piccoli che, fidandosi del nostro progetto portano i loro figli ai nostri corsi di teatro e di danza, rinverdendo e ridando vitalità alle nostre attività e continuità al nostro progetto.
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Grazie ai sacerdoti e alle suore che hanno accompagnato il nostro cammino e che ci hanno sostenuto e ci sostengono condividendo i nostri obiettivi educativi ed, in particolare, al Presidente Don Alessio Mauri e al Parroco della Parrocchia San Giuseppe Don Claudio Borghi.
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L’ultimo grazie, non certo per importanza, va al Comune di Cinisello, città nella quale siamo nati, operiamo e vogliamo continuare ad essere. . . In particolare, vogliamo ringraziare il Sindaco, il Vicesindaco, gli Assessori e la commissione della “Spiga d’Oro” che ci hanno fatto l’onore di questo bel riconoscimento molto importante per noi e che, devo dire . . . dato in occasione del 30° anniversario della sua istituzione acquista per noi e per tutta la cittadinanza un particolare significato e segno tangibile di continuità.
Ultimati i ringraziamenti, sperando di non aver dimenticato nessuno, è il momento di provare a dire qualche parola su ciò che la Compagnia del Borgo rappresenta, oltre quello che è stato già ben tratteggiato nella motivazione del riconoscimento odierno…. e il modo migliore, ho pensato, fosse proprio quello di partire dalla lettura di un testo teatrale.
La scelta, quasi scontata, è caduta su W. Shakespeare ed - in particolare - sulla sua penultima opera che, in un certo senso, si può considerare come il suo testamento spirituale, “La Tempesta”.
Alziamo dunque questo sipario immaginario e ascoltiamo un brano recitato da Prospero, il protagonista della Tempesta.
PROSPERO
Ferdinando, ti vedo assai turbato,
come sgomento: non aver paura.
I giochi di magia son terminati.
Come t'avevo detto, quegli attori
erano solo spiriti dell'aria,
ed in aria si son tutti dissolti,
in un'aria sottile ed impalpabile.
E come questa rappresentazione
- un edificio senza fondamenta -
così l'immenso globo della terra,
con le sue torri ammantate di nubi,
le sue ricche magioni, i sacri templi
e tutto quello che vi si contiene
è destinato al suo dissolvimento;
e al pari di quell'incorporea scena
che abbiam visto dissolversi poc'anzi,
non lascerà di sé nessuna traccia.
Siamo fatti anche noi della materia
di cui son fatti i sogni;
e nello spazio e nel tempo d'un sogno
è racchiusa la nostra breve vita.
Non voglio certo fare l’esegesi del testo molto bello e pieno di atmosfera, ma vorrei concentrarmi sulla frase, molto famosa e che mi sta particolarmente a cuore: “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni”.
Questa battuta ben descrive che cosa è il teatro, in che modo gli attori si muovono in scena, ma anche quale deve essere – a mio avviso - il giusto modo di affrontare i progetti, non solo teatrali, che tutti noi abbiamo nel cuore: sognando . . . .
Dietro le motivazioni educative e personali che hanno guidato e mantenuto viva l’attività della Compagnia del Borgo per tutti questi 34 anni c’è infatti un grande sogno . . . sognato e rinnovato ogni giorno che conduce il nostro progetto e che, anno dopo anno si è trasformato in realtà.
Un sogno iniziato nel 1983 e costruito senza finanziamenti, solo con il lavoro di volontari che hanno speso e spendono gratuitamente il proprio tempo libero facendo diventare la C.d.B. un poco la loro famiglia.
Abbiamo sognato insieme . . . . tutto il gruppo . . . impegnati in tantissime cose, cercando di uscire dal nostro oratorio per aprirci alla città . . . e possiamo dire di esserci riusciti.
Pur nascendo in un quartiere popolare, Borgo Misto, abbiamo sognato - in tutti questi anni - di avvicinare la cultura a più persone possibili, scegliendo a volte testi impegnati, a volte divertenti, a volte musical.
Abbiamo sognato di far recitare, cantare e ballare chiunque volesse impegnarsi aldilà dei propri limiti avendo come primo obiettivo le persone.
Il sogno, giorno dopo giorno, è diventato una bella realtà e la prova tangibile è che anche dopo tutti questi anni siamo circa 80 persone che fanno parte della Compagnia e sono oltre 50 i ragazzi tra i 6 e i 13 anni che frequentano i nostri corsi.
Abbiamo sognato e continuiamo a sognare….nelle Sacre scritture il sogno è spesso il manifestarsi della presenza di Dio . . . abbiamo nel cuore la speranza che la Compagnia del Borgo sia anche un po’ il sogno di questa manifestazione nella realtà di oggi e nella nostra Città.
Un secondo pensiero che vorrei lasciarvi mi è sempre suggerito da Prospero, questa volta a chiusura della rappresentazione della commedia.
EPILOGO
(recitato da Prospero)
I miei incantesimi sono finiti;
sol mi restano ora le mie forze,
piuttosto scarse, per la verità.
Ora sta a voi decidere, signori,
s'io debba rimanere sempre qui,
racchiuso in questo luogo solitario,
o partire per Napoli con loro.
Ma spero che non sia vostra vaghezza
ch'io resti relegato su quest'isola
- e per vostro incantesimo, in tal caso -
avendo riottenuto il mio ducato
e perdonato a tutti i traditori;
che vogliate al contrario
magicamente con le vostre mani
sciogliermi e liberarmi da ogni laccio,
e gonfiare col vostro fiato amico
le mie vele, altrimenti è il fallimento
di tutto il mio progetto
ch'era quello di farvi divertire.
Non ho più spiritelli al mio comando
né magico potere d'incantesimi;
e la mia fine sarà disperata
se non venga da voi
una tal penetrante intercessione
in mio favore presso la pietà,
da assolvermi da tutte le mie colpe.
E se a voi piace d'esser perdonati
dei peccati, dall'indulgenza vostra
fate che venga assolto anch'io dei miei.
Di questo brano vorrei sottolineare la frase: “altrimenti è il fallimento di tutto il mio progetto ch'era quello di farvi divertire”.
Partirei da qui per esprimere due cose:
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La necessità di avere un progetto, un disegno delle cose da fare e del perché farle e sul quale confrontarci e, per questo, negli anni abbiamo voluto stendere un progetto educativo e creare un’ Associazione Culturale;
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La necessità di capire, all’interno del nostro progetto educativo - che non può definirsi solo teatrale, ma soprattutto umano - quale significato assume la frase “farvi divertire”. . . .
Rispondendo al secondo punto posso affermare con certezza che fino ad oggi siamo riusciti a far divertire si i nostri spettatori, ma anche e soprattutto coloro che hanno fatto e fanno parte della Compagnia.
E’ infatti attraverso il teatro, il ballo, il canto, i corsi e l’aggregazione tra persone - tra l’altro - di età diverse (adulti, giovani, ragazzi, bambini) che abbiamo avuto e abbiamo realmente il modo di avvicinare prima di tutto le singole persone e il loro mondo.
Ciascuno di noi, ha la possibilità di spendersi al massimo e al meglio delle proprie capacità ed inclinazioni . . . vivendo l’esperienza della Compagnia in maniera gratificante e completa affrontando spettacoli di ogni genere. Lavoriamo tutti insieme su testi teatrali più o meno difficile, si affrontano prove faticose:
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recitando, ballando e cantando;
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insegnando, sostenendo ed incoraggiando;
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lavorando per costruire scene, suoni e musiche, cucire costumi e . . .
il tutto . . .con le risorse che abbiamo. . . con le persone che siamo…. è cosi che “facciamo divertire” chi ci è vicino.
Far divertire non è solo fare o creare, è anche poter mettere al servizio degli altri le proprie doti e capacità . . .è anche stimolare i giovani che, con passione, salgono sul palco e poi decidono di impegnarsi ed insegnare ai più piccoli il ballo, la recitazione . . . ma anche le regole….lo stare insieme . . .e tutto aldilà delle capacità del singolo.
Divertendosi, nel corso degli anni, molti giovani hanno raccolto il testimone ideale della passione per il palco e lo hanno passato ad altri che a loro volta oggi lo stanno passando ai più piccoli . . .e la nostra storia continua . . .e quando guardiamo l’elenco degli iscritti alla Compagnia è con grande gioia che vediamo aumentare – ogni anno - il numero dei ragazzi che vogliono stare con noi . . .per divertirsi…
Il nostro progetto non è fatto solo di cose da fare ma da persone, che decidono di fare un tratto di strada con la C.d.B.
Ho nel cuore la speranza che la Compagnia del Borgo possa essere ancora per tanti anni una presenza educativa forte ed importante nel territorio cittadino, rinnovandosi sempre, ma trovando sempre nelle proprie radici le motivazioni e la gioia per portare avanti le proprie attività, ma soprattutto per incontrare le persone ed essere per loro “Ponte levatoio”.
Ora è il momento di concludere, mi sento pieno di felicità e gioia per quante cose belle abbiamo seminato, per le persone che mi sono state e mi sono vicine. Vorrei però, come Prospero, chiedere anche perdono per le cose che non siamo riusciti a fare, o che avremmo potuto fare meglio…. per le persone che non abbiamo accolto o per quelle che non abbiamo valorizzato abbastanza . . per i progetti che non siamo riusciti a compiere….ho però la certezza che ciascuno di noi ci ha messo il cuore e l’anima e, più di questo, non si può chiedere o desiderare… abbiamo fatto del nostro meglio . . . mettendoci tutto quanto potevamo. “E se a voi piace d'esser perdonati dei peccati, dall'indulgenza vostra fate venga assolto anch'io dei miei”.